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10/30/2017 by Alessio Farina 1 Comment

Giudizio sintetico a priori : Chi ha paura di Kant?

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Il concetto di giudizio sintetico a priori rappresenta il fulcro della rivoluzione copernicana di Kant nella Critica della ragion pura. Questo tipo di giudizio, che unisce conoscenza nuova (sintetica) con un fondamento indipendente dall’esperienza (apriori), è essenziale per comprendere la certezza e l’universalità della scienza. Partendo dalla distinzione tra giudizi analitici e sintetici, l’articolo esplora come Kant abbia superato le contraddizioni di razionalismo ed empirismo, delineando una nuova concezione della conoscenza fondata sulle strutture trascendentali del soggetto.

Introduzione al giudizio sintetico a priori

La prima distinzione necessaria per capire cos’è il giudizio sintetico a priori è tra giudizi analitici e giudizi sintetici, una distinzione valida indipendentemente da Kant. Va notato che Kant propone un’interpretazione della matematica che non è universalmente accettata in filosofia.

Partiamo dal presupposto che il giudizio è l’atto con cui si esprime il pensiero, il prodotto del suo lavoro. Il giudizio lega un soggetto a un predicato attraverso un verbo: ad esempio, “Il quadrato (soggetto) ha (verbo) quattro lati (predicato)”. Questo atto consente di produrre definizioni, comprensione maggiore e dunque conoscenza.

È consigliabile leggere prima un riassunto della Critica della ragion pura. Questo approfondimento presuppone che il lettore conosca già la terminologia base del pensiero kantiano.

Il giudizio analitico

Un giudizio analitico è necessariamente a priori. Perché? Perché si limita a scomporre un concetto nelle sue proprietà fondamentali, legando il soggetto a uno dei suoi elementi senza richiedere il contributo dell’esperienza. Un esempio classico è: “Tutti i corpi occupano uno spazio”.

Pur potendo presentare errori formali, i giudizi analitici a priori, se costruiti correttamente, sono necessari, veri e universali. Tuttavia, non essendo basati sull’esperienza, non forniscono informazioni nuove. Questo limite era stato notato da Locke (empirista), ma non si applicava a Cartesio (razionalista).

  • Locke: negava l’esistenza di idee innate. Per lui, la conoscenza nasceva dall’esperienza e, poiché questa è contingente, non si poteva fondare una conoscenza certa.


  • Cartesio: credeva nelle idee innate, ma riteneva che il garante ultimo della conoscenza fosse Dio, un’idea innata che ha in sé la propria esistenza.


Kant supera queste contraddizioni combinando razionalismo ed empirismo:

  • La conoscenza deriva dall’esperienza (empirismo),


  • ma il carattere di certezza è dato da strutture innate, cioè trascendentali (razionalismo).


I giudizi sintetici a posteriori

I giudizi sintetici a posteriori legano un concetto a una proprietà nuova deducibile solo dall’esperienza. Ad esempio, “La rosa è rossa” attribuisce il colore rosso al concetto di rosa tramite l’osservazione. Tuttavia, questi giudizi, sebbene offrano conoscenze nuove, sono contingenti e non garantiscono certezze assolute.

L’empirismo di Locke e Hume conduceva a un vicolo cieco:

  • Locke non trovò una soluzione per garantire certezza alla conoscenza basata sull’esperienza.


  • Hume arrivò a negare la necessità del concetto di causa, sostenendo che nulla garantisce i nessi scientifici.


Il giudizio sintetico a priori nella “Critica della ragion pura”

Kant risolve la questione con il concetto di sintesi a priori. Studiando la matematica e la fisica, osservò che esse formulano giudizi sintetici (aggiungono conoscenze nuove), ma con carattere di necessità e certezza, propri dei giudizi a priori.

Un giudizio sintetico a priori:

  1. È sintetico, perché aggiunge conoscenze nuove.


  2. È a priori, perché si fonda su strutture universali e necessarie del soggetto, le cosiddette strutture trascendentali.


Le strutture trascendentali non sono concetti innati, ma capacità innate di organizzare l’esperienza. Spazio e tempo sono intuizioni pure:

  • Spazio: fondamento della geometria.


  • Tempo: fondamento dell’algebra.


Queste intuizioni non appartengono agli oggetti, ma al soggetto che organizza l’esperienza.

Geometria e matematica e il giudizio sintetico a priori

Nella geometria, il giudizio “Un triangolo ha tre lati” è analitico: non richiede dimostrazioni né esperienze. Ma dire che “La somma degli angoli interni di un triangolo è 180 gradi” è un giudizio sintetico a priori, poiché questa proprietà deriva dall’intuizione pura dello spazio.

Allo stesso modo, in algebra, i concetti di 5 e 7 sono analitici, ma l’atto di sommarli (“5 + 7 = 12”) è una sintesi a priori. L’operazione di somma non è contenuta nei concetti di 5 e 7, ma deriva dall’intuizione temporale e dalle regole logiche del soggetto.

Conclusioni

Per concludere, Kant ci mostra che la conoscenza scientifica è possibile grazie ai giudizi sintetici a priori, che combinano la novità della sintesi con la certezza dell’a priori. La matematica e la fisica sono scienze esatte proprio perché si fondano su queste strutture trascendentali, che permettono al soggetto di organizzare il materiale empirico in modo universale e necessario.

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Filed Under: Chi ha paura di? Tagged With: Antinomie, Cartesio, Critica della ragion pura, dialettica trascendentale, estetica trascendentale, fisica, giudizio analitico apriori, giudizio sintetico aposteriori, giudizio sintetico apriori, Hume, intuizioni pure, ipostasi, Locke, matematica, prove dell'esistenza di dio, Saggio sull'intelletto umano, Sant'Anselmo, spazio, Tempo

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