Il narcisismo contemporaneo si manifesta in molteplici forme, e una delle più interessanti è quella esplorata da Luca Corsi nel suo brano “Volevo essere un duro” . Questo articolo analizza il fenomeno del “narcisismo dei vinti”, legato al testo di Corsi, e ne evidenzia le implicazioni filosofiche e sociali. Un approfondimento che rivela come la canzone catturi perfettamente l’essenza di una società ossessionata dall’apparenza e dal riconoscimento.
Il Contesto Sociale del Narcisismo Contemporaneo
Nell’era dei social media e della costante esposizione mediatica, il narcisismo si è trasformato da tratto individuale a fenomeno sociale. Ciò che un tempo era considerato una caratteristica patologica è oggi una forza pervasiva che condiziona le nostre vite. Viviamo in un mondo in cui l’apparire ha sostituito l’essere, e questa dinamica ha portato a una deriva etica: l’etica si è esternalizzata, diventando ex-etica , ossia un sistema di valori centrato sull’immagine anziché sulla sostanza.
In questo contesto, il narcisismo non riguarda solo i tratti individuali ma diventa una costrizione sociale. Siamo costretti a presentarci sempre al meglio, a competere per like e followers, a cercare conferme continue. In questo gioco parossistico, i vincitori sono pochi, mentre la maggioranza resta invisibile o relegata al ruolo di “sconfitti”. Ed è proprio qui che entra in gioco “Volevo essere un duro” di Luca Corsi, un brano che incarna perfettamente il “narcisismo dei vinti”.
Il Narcisismo dei Vinti: Una Nuova Forma di Riconoscimento
Il testo di Luca Corsi, diventato virale, si concentra proprio su questa categoria: i vinti. Ma attenzione, non si tratta di un’autocritica sincera o di un’accettazione delle proprie fragilità. Al contrario, il “narcisismo dei vinti” è una forma sofisticata di richiesta di riconoscimento. Chi si presenta come fragile, imperfetto o sconfitto lo fa con l’intento implicito di essere visto, apprezzato e celebrato per questa stessa fragilità.
Questo meccanismo rispecchia ciò che Hegel descriveva come la dialettica del riconoscimento. Ogni interazione umana, secondo la teoria sistemico-relazionale di Watzlawick, è un atto di comunicazione dell’immagine di sé. Quando ci presentiamo agli altri, chiediamo implicitamente: “Ecco come sono, confermami.” Nel caso del narcisismo dei vinti, questa richiesta assume una forma particolare: “Guarda quanto sono imperfetto, riconoscimi ugualmente.”
“Volevo essere un duro” di Luca Corsi incarna perfettamente questa dinamica. Il protagonista del brano racconta la sua storia di fallimento, di aspirazioni mancate, di una normalità che non riesce a raggiungere nemmeno il successo nella mediocrità. Eppure, attraverso questa confessione di sconfitta, emerge una pretesa implicita: essere riconosciuto come “il migliore” proprio perché si dichiara di essere “il peggiore”.
Le Caratteristiche del Narcisismo Moderno
Per comprendere il fenomeno, è necessario chiarire cosa intendiamo con “narcisismo”, tema che ho affrontato qui. Oggi il termine è spesso usato in modo improprio e dispregiativo, associato a tratti come manipolatività, senso di superiorità e assenza di empatia. Tuttavia, alla base del narcisismo c’è un bisogno primigenio e fisiologico: il bisogno di riconoscimento.
Il problema nasce quando questo bisogno non viene soddisfatto in modo equilibrato. Il narcisista, incapace di accettare frustrazioni o rifiuti, proietta sugli altri le parti “cattive” di sé, mantenendo un’immagine idealizzata del proprio io. Nel caso del “narcisismo dei vinti”, questa immagine idealizzata si manifesta in modo paradossale: si pretende di essere riconosciuti come “imperfetti” o “fragili”, ma senza rinunciare alla pretesa di essere al centro dell’attenzione.
“Volevo essere un duro” riflette questa contraddizione. Il protagonista del brano ammette di non essere riuscito a incarnare l’ideale del “duro”, ma allo stesso tempo cerca di trasformare questa sconfitta in una forma di vittoria morale. Non è un caso che il testo sia diventato un inno per chi si identifica con la figura dello “sconfitto”.
Perché “Volevo essere un duro” di Luca Corsi Ha Successo?
Il successo del brano di Luca Corsi si spiega con la sua capacità di parlare a un pubblico ampio e disilluso. In una società in cui pochi riescono a emergere, molti si identificano con la figura dello “sconfitto”. Eppure, il testo non rappresenta una vera rottura con la logica narcisistica dominante. Al contrario, ribalta semplicemente i termini del gioco: invece di celebrare i vincitori, celebra gli sconfitti, mantenendo intatta la pretesa di essere riconosciuti e valorizzati.
Corsi parla di normalità, ma di una normalità idealizzata, che non accetta davvero i propri limiti. Non troviamo nel testo alcuna traccia di quella maturazione che prevede l’accettazione delle proprie imperfezioni e la soddisfazione derivante da una visione più realistica di sé. Al contrario, il testo si riduce a un’espressione di autocommiserazione, priva di quella serenità che deriva dall’integrazione delle parti più fragili del proprio io.
Conclusioni: Il Narcisismo Come Specchio della Società
Il narcisismo dei vinti non è una negazione della logica di dominio, ma una sua variazione. Continua a riflettere il bisogno di apparire, di essere visti e riconosciuti, anche quando si sceglie di mostrarsi imperfetti. La popolarità di “Volevo essere un duro” di Luca Corsi dimostra quanto questa dinamica sia radicata nella nostra società e quanto sia difficile sfuggirle.
Se volessimo per davvero superare questa logica di dominio, oggi espressa nei termini di narcisismo, dovremmo imparare ad accettare la realtà così com’è, senza cercare conferme continue. Solo attraverso un processo di maturazione, che includa il riconoscimento dei propri limiti e la capacità di accettare frustrazioni, possiamo sperare di liberarci dalla tirannia dell’immagine e trovare una vera pace interiore.
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