La vita è un cerchio che si chiude e si riapre, un ciclo continuo di trasformazioni, dubbi e scoperte. Ogni volta che pensiamo di aver trovato una risposta, ecco che il dubbio ci sfiora, portandoci altrove. È proprio in questo movimento che risiede la bellezza dell’esistenza: nella ricerca, nella caduta, nella rinascita. Oggi voglio condividere con te una riflessione intima, che tocca il cuore della filosofia, della paura e della libertà, accompagnata da una poesia che nasce dalle profondità dell’anima.
Il Dubbio: La Porta della Trasformazione
Nella vita si dice che la coerenza sia degli stupidi, e in effetti ho sempre temuto, per me che ho studiato filosofia, chi non si lascia affliggere dal dubbio. Dal dubbio nasce la possibilità di trasformazione, nasce la conoscenza, nasce quello stato di irrequietezza che ti porta altrove. Di tutte le definizioni che ho letto, quella che più ritengo opportuna è quella di Charles Sanders Peirce, padre del pragmatismo americano:
“Ogni uomo è pienamente convinto dell’esistenza della Verità, altrimenti non farebbe alcuna domanda.” (Peirce, The Fixation of Belief, 1877)
E ancora:
“Non lasciateci far finta di dubitare nella filosofia ciò di cui non dubitiamo nei nostri cuori.” (Peirce, Some Consequences of Four Incapacities, 1868)
Non esiste un dubbio metodico. Esiste, insita nell’uomo, la profonda convinzione che ci sia una verità. Per me, che l’ho a lungo cercata in ogni dove, per me che ho dissipato parole, ogni volta con profonda convinzione e tutte le volte ho dovuto cambiare idea, resta il fatto che la verità è un esercizio della volontà.
L’Anima Liberata: Fedeltà a Sé Stessi
L’anima, liberata dalle catene delle proprie costrizioni, assurge solida e fiera di sé, oltre il cerchio della vita. Non chiede, né sa alcunché; semplicemente vuole. Allorquando liberata dall’irrequietezza del dubbio, il suo agire non è più un fare, ma un lasciar essere. L’unica vera coerenza resta la fedeltà a se stessi e il sacrificio che ha comportato ottenerla.
Poesia: “La Prima Volta”
La prima volta che ti incontrai, ebbi paura.
Non di te, ma di me.
Paura di non essere abbastanza,
del buio che divorava le mie notti,
paura della rabbia che divampava senza che io potessi controllarla.
Dalla paura fuggivo, come una sposa in fuga dall’altare.
Era lei a vincere sempre, a trascinarmi lontano,
mentre io volevo solo te.
La prima volta che ti incontrai, vidi la mia paura riflessa nei tuoi occhi,
tormentati come i miei.
E fu così che la sera si trasformò in mattina,
che le parole uscirono da sole,
che mi spogliai di fronte a te.
Nudo, come gli alberi in inverno,
fragile, come chi ha smesso di sperare.
Andavo e tornavo, mi spezzavo ogni volta,
come l’acqua che si infrange sui ciottoli del mare.
Ogni passo avanti era una crepa,
e ogni volta dovevo tornare indietro.
La prima volta che ti incontrai,
non ti dissi chi ero.
Non lo sapevo neanch’io.
E come tutte le prime volte, non ce ne fu una seconda.
Venne la rabbia, poi il buio, poi il tormento.
Fu la solitudine del cuore a portarmi via,
e i tuoi silenzi ostinati,
quelli che vincono ogni parola,
quelli che ti hanno già condannato,
e che hanno condannato anche me.
La prima volta che ti incontrai,
non sapevo cosa fosse la paura.
Mi spogliai, vinto dal desiderio di averti,
di ingoiarti e tenerti con me per sempre.
Così credevo, così temevo, così facevo, ogni volta.
E ora che un pezzo di te è rimasto in me,
vorrei amputarmi, strappartelo via,
cancellarlo per sempre.
La rabbia ha coperto la paura,
una rabbia cieca, ostile, invincibile.
Ti ho protetto, credevo.
Protetto da me stesso,
senza accorgermi di cosa stessi facendo a me.
Era paura quella che covavo nell’anima,
che respirava per me e taceva al posto mio.
La prima volta che ti incontrai,
non sapevo.
Ma volevo, con tutto me stesso.
È la paura che vince sul mondo,
quella paura che non capivo.
Era lei a governarmi,
e non sapevo che oltre di lei c’era la libertà:
di essere, di fare, di dire ogni mio pensiero.
La paura si posava su di me come una coperta,
mi scaldava, e cedeva solo quando lo faceva anche l’inverno.
Delle mille notti passate a rimuginare,
a chiedermi dove fosse il mio errore,
delle mille parole pronunciate per poi ritirarle,
della tua convinzione di avere sempre ragione,
di tutto questo resta solo l’eco del mio rimpianto.
Una musica di sottofondo che mi accompagna ogni giorno,
e ogni giorno maledico quella prima volta.
La prima volta non sapevo che avrei dovuto allontanarti,
che oltre la paura c’era la libertà.
C’ero io.
La prima volta che ti incontrai, ti vidi e mi innamorai.
Il cerchio della vita: oltre la Paura, la Libertà
La vita è un cerchio che si chiude e si riapre, ma ogni ciclo ci lascia qualcosa: un insegnamento, una cicatrice, una nuova consapevolezza. La paura, spesso, è il nostro più grande nemico, ma è anche ciò che ci spinge a cercare la libertà. Quella libertà che risiede dentro di noi, oltre le catene del dubbio e delle convenzioni.
La prima volta che incontriamo qualcuno, o qualcosa, non sappiamo mai cosa ci riserva il futuro. Ma è proprio in quell’istante che decidiamo chi vogliamo essere. E se anche ci perdiamo, se anche cadiamo, ricordiamo che ogni cerchio ha un inizio e una fine. E dopo la fine, c’è sempre un nuovo inizio.
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