C’è chi nasce per seguire la corrente, e chi invece porta dentro sé uno spirito ribelle, indomabile, fuori da ogni schema. Questo testo è il racconto di un’anima che rifiuta di essere aggiustata, che sceglie la propria verità anche quando fa male. Una voce fuori dal coro, cruda, sincera, profondamente umana.
“Noi rimarremo insieme, la mano nella mano, anche nel Regno delle Ombre.”
– T. Mann, Brindisi a Katia
Una nascita silenziosa
Sono nato per caso, distrattamente, come il vilucchio che cresce tra le crepe dei marciapiedi. Un seme gettato nei cunicoli della terra, bagnato dalla pioggia e nutrito dal pulviscolo del vento. Amato a rate, con abbracci pieni di debiti.
Ho pagato a lungo la colpa di essere me stesso: spirito ribelle, pensatore fuori dagli schemi, animo solitario che regna in un deserto di ombre.
Spirito ribelle
Un colpo in pieno volto, un dito puntato al cuore: fragile, rancoroso. Camminavo a piedi nudi su sentieri di sapone. Bastava un attimo per cadere. Mi tenevo in piedi come l’edera sugli alberi, senza una colonna portante tutta mia.
Respiravo un’aria satura di terrore e competizione, cercando di riscattare colpe che non erano mie. Marciavo dritto, come i soldati pronti a una guerra che non arrivava mai, difendendo con tenacia un lembo di terra che non era nemmeno mio.
La solitudine come compagna
Ero solo, circondato da mostri sotto il letto e dal buio che prendeva forma. Nato a pezzi, frammenti mai ricomposti. Una figura insolita, eppure così autentica.
Io non voglio essere riparato. Non voglio più essere toccato, né amato a metà. Non desidero correzioni, né somigliare a un ideale perfetto. Non voglio cambiare, non posso ascoltare, non voglio più ragionare.
L’ultimo dialogo con il mio spirito ribelle
Tu ed io, anima mia. Soli, come quando si giocava a carte da soli. Resteremo insieme, come all’inizio del mondo. E quando ci separeremo, spero che tu conserverai un ricordo buono della mia compagnia.
Tu sei eterna, sarai altrove. Io, invece, svanirò. Di me non resterà memoria. Per un po’ ancora parleremo. Forse mi hai odiato per tutte le volte in cui ti ho abbandonata. Forse sei rimasta ad aspettare. Ma ora ho capito dove sei. Ora sono io che, ogni sera, vengo a cercarti. Non ho più paura di te, anima dannata, punita dalla sorte.
Sono nato rotto. E non voglio essere più riparato. Nessuno più mi tocchi, nessuno più mi guardi. Nessuno più mi raccolga da quel lembo di terra. Nessuno più stravolga il mio volto per farlo somigliare a quello di un altro.
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